INFRAZIONI RILEVATE CON DISPOSITIVI ELETTRONICI? LA NOTIFICA DELLA MULTA DEVE AVVENIRE ENTRO 90 GG

Il Giudice di Pace di Milano, con la sentenza n. 1189 del 09/02/201, dirime l’annosa questione interpretativa di cui all’art. 201 comma I C.d.S. sulla determinazione del dies a quo per la decorrenza del termine di novanta giorni entro il quale l’organo accertatore, in caso di contestazione non immediata, ha l’obbligo di effettuare la notificazione del verbale di accertamento di contravvenzione al Codice della Strada.

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VESSATORIA LA CLAUSOLA CHE IMPONE LA CARROZZERIA CONVENZIONATA

Il Tribunale di Torino (con la Sentenza 657.2017) ha affrontato, tra le altre questioni, quella avente ad oggetto l’obbligo dell’assicurato a far riparare il proprio veicolo da un carrozziere convenzionato con la compagnia di assicurazioni in cambio di uno sconto sul premio.

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SICUREZZA SUL LAVORO: DATORE GRAVATO DI UNA POSIZIONE DI GARANZIA

La Corte di Cassazione, attraverso la sentenza n. 44327 del 30/9/2016, torna sulla responsabilità del datore di lavoro per i danni derivati al dipendente dalla violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro.

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INDIVIDUAZIONE DEL DANNO ALLA VITA

La Cassazione con la nota sentenza “Scarano”, n. 1361/14 ha riconosciuto in maniera esplicita il diritto al risarcimento del “danno alla vita” ossia del danno da morte propria della vittima trasmissibile iure hereditatis agli eredi, ai quali dunque dovrà essere risarcito l’equivalente.

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IL RITORNO DEL DANNO ESISTENZIALE

Il danno biologico (cioè lesione della salute), quello morale (cioè la sofferenza interiore) e quello dinamico-relazionale (altrimenti definibile “esistenziale” e consistente nel peggioramento delle condizioni di vita quotidiana risarcibile nel caso in cui l’illecito abbia violato diritti fondamentali della persona) costituiscono pregiudizi non patrimoniali ontologicamente diversi e tutti risarcibili.

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NESSUN DANNO MORALE AI CONGIUNTI SE LA VITTIMA NON RIPRENDE CONOSCENZA.

In tema di morte a seguito di lesioni derivanti da incidente stradale, se la vittima , finita in coma subito dopo l’incidente, non ha più ripreso coscienza e/o conoscenza, non è configurabile in capo alla stessa alcun danno morale in quanto quest’ultima non ha percepito, o meglio non ha avuto coscienza, di alcuna sofferenza psico-fisica.

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L’ERRORE MEDICO NON FA VENIRE MENO LA RESPONSABILITÀ PER OMICIDIO COLPOSO DEL PIRATA DELLA STRADA

La Suprema Corte di Cassazione  ha recentemente statuito, con sentenza 1 giugno 2011 n. 22165, che in caso di morte di un soggetto coinvolto in un sinistro stradale, al medico che lo ha curato non può essere addebitata responsabilità per omicidio colposo neanche se quest’ultimo abbia commesso una negligenza nella cura.

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LA RIVINCITA DEL DANNO MORALE

Le tabelle elaborate dal tribunale di Milano, a partire dal 2009, che la sentenza Cass. N. 12408/2011 ha dichiarato applicabili, da parte dei giudici di merito, su tutto il territorio nazionale, non hanno mai cancellato la fattispecie del danno morale intesa come voce integrante la più ampia categoria del danno non patrimoniale.

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L’AZIONE DIRETTA DEL TERZO TRASPORTATO

Il terzo trasportato danneggiato ha oggi nel nostro ordinamento una gamma di opzioni che possono essere scelte liberamente in ragione delle sue necessità ed esigenze. Se il terzo trasportato vuole citare in giudizio il solo responsabile civile può azionare lo strumento generale dell’art. 2054 c.c., se invece , unitamente a questo, ha intenzione di coinvolgere anche la compagnia di assicurazione ha a disposizione l’azione diretta ex. art. 144 d.lg. n. 209/2005.

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VA RISARCITA FIGLIA DELLA VITTIMA ANCHE SE NATA DOPO LA MORTE DEL PADRE

Anche il soggetto nato dopo la morte del padre naturale, per fatto illecito addebitabile a terzo, ha diritto al risarcimento danno patrimoniale e non patrimoniale. Questo è quanto afferma la sentenza n. 9700 del 3 maggio 2011 depositata dalla terza sezione civile.

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CIRCOLAZIONE STRADALE: NUOVO ORIENTAMENTO IN MATERIA DI ACCERTAMENTO DI CONCORSO DI COLPA

In forza della recente sentenza n. 24860 del 9/12/2010, la Corte di Cassazione ha sancito il seguente principio di diritto: “anche in caso di accertamento della colpa grave di uno dei due conducenti, il giudice del merito ha l’obbligo di accertare la eventuale responsabilità concorrente dell’altro conducente.

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