Infatti, integra il reato di maltrattamenti in famiglia anche il comportamento di colui che indirizza contro l’amante anziché contro la propria moglie comportamenti vessatori. Lo sancisce una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 7929 depositata l’1 marzo 2011. I giudici di Piazza Cavour, invero, hanno ritenuto per poter perfezionarsi il reato di maltrattamenti in famiglia, di cui all’art. 572 del codice penale, è sufficiente che il soggetto abbia con la vittima del reato una relazione “duratura” simile ad una relazione familiare. Questa relazione stabile, secondo i giudici, farebbe nascere una serie di obblighi dell’uomo nei confronti dell’amante, paragonabili a quelli tipici della comunità familiare. Vi è di più, poiché, tali impegni, secondo gli Ermellini, non verrebbero meno neppure quando sussista la circostanza che l’uomo continui a vivere con la moglie e i figli.