La cassazione penale sez. VI, con sent. 14.1.08 n. 1735 ha affermato che in ipotesi di detenzione ai fini di spaccio di hashish e cocaina, venuta meno la base giuridica sulla quale si fondava la distinzione tra “droghe pesanti” e “droghe leggere”, non può che dare luogo alla realizzazione di un unico reato, pertanto la sentenza di patteggiamento che prevede un aumento di pena per la continuazione sarebbe un provvedimento illegale.

Anteriormente alla riforma del 2006 la diversificazione tra droghe pesanti e leggere si basava nell’individuazione nel fatto di diverse azioni tipiche con diversa oggettività giuridica messa in luce anche dal diverso trattamento sanzionatori. Per cui la commercializzazione delle droghe pesanti portava in sé una offensività maggiore di quello delle droghe leggere in riferimento ai peni tutelati dalle norme penali individuali e collettivi come salute ed ordine pubblico.

Il legislatore del 2006 ha escluso qualsiasi distinzione di trattamento giuridico tra le sostante rientranti tra gli stupefacenti in base alla tabella I contenuta nel DPR 309/90 art. 14, sulla base della considerazione che la detenzione a fini di commercio di qualsiasi sostanza stupefacente abbia la stessa efficacia lesiva dei beni che la norma tende a tutelare, come si evince anche dall’unificazione del trattamento sanzionatorio.

Tale unificazione normativa della fattispecie ha fatto venire meno la base giuridica sulla quale si fondava la distinzione tra droghe pesanti e droghe leggere, pertanto la detenzione ai fini di spaccio di droghe di qualsiasi tipo non può che dare luogo alla realizzazione di un unico reato, non essendo più giustificabile il criterio basato su una diversità di tabelle corrispondenti ad una diversa gravità del reato.