Un avvertimento a tutti gli amanti: una relazione clandestina deve restare tale perchè se si minaccia di rivelarla si rischia una condanna per il reato di estorsione. Così ha dichiarato la Corte di Cassazione, la quale ribadisce che una simile minaccia, determina quella condizione di coartazione della volontà che costituisce il presupposto di tale reato, a nulla rileva che “il fatto minacciato possa assumere, in sè, risalto soltanto sul piano dei costumi e delle regole sociali”. La vicenda riguarda il caso di un amante che aveva minacciato di rivelare ai genitori di una donna la loro relazione clandestina. Questa minaccia però finiva nelle aule di giustizia e ne scaturiva una doppia condanna in primo e in secondo grado per tentata violenza privata e per estorsione a due anni, 4 mesi e 20 giorni di reclusione. La difesa dell’uomo sosteneva in Cassazione che il fatto di minacciare di rivelare una relazione “galeotta” e segreta poteva solo incidere sul “piano morale”, ma non certo avere rilevanza sotto il profilo penale. Il ricorso veniva però respinto dalla suprema Corte che nelle motivazioni sottolinea come “in tema di estorsione, la minaccia diviene ‘contra ius’ quando, pur non essendo antigiuridico il male prospettato, si faccia uso di mezzi giuridici legittimi per ottenere scopi non consentiti o risultati non dovuti, come quando la minaccia sia fatta con il proposito di coartare la volontà di altri per soddisfare scopi non consentiti o risultati non dovuti, per soddisfare scopi personali non conformi a giustizia”.