Dal primo ottobre prossimo ogni impresa dovrà dotarsi di una “sede virtuale” sul web.

È quanto emerge dall’art. 37 del cosiddetto decreto semplificazioni (DL 76.2020).

Ad oggi si registrano infatti ancora circa 1,7 milioni di imprese che non possiedono un indirizzo PEC. Ora, si punta ad una decisa svolta mirando alla definizione di un meccanismo ove il domicilio digitale/PEC diviene requisito imprescindibile per poter svolgere attività di impresa ed essere regolarmente iscritti alla Camera di Commercio.

Peraltro, il cosiddetto domicilio digitale, include (oltre alla PEC) anche servizi di recapito certificato qualificato (Sercq).

Apprezzabile poi la previsione di specifiche sanzioni amministrative (per i casi di inottemperanze alle disposizioni di cui sopra) sia per le società (da 206 a 2.064,00 euro) che per le imprese individuali (da 30 a 1.548,00 euro).

E’ poi previsto anche un procedimento d’ufficio per quelle imprese che non “si mettono in regola”. Coloro infatti che non adempieranno ai summenzionati obblighi di legge (oltre al pagamento delle sanzioni previste), verranno resi destinatari (da parte delle Camere di Commercio) di un domicilio digitale che sarà reso disponibile attraverso il cassetto digitale dell’imprenditore.

Se poi la impresa ometterà di accedere al domicilio assegnatole d’ufficio, si accollerà comunque il rischio di vedersi notificati (a tutti gli effetti di legge) atti provenienti da pubbliche amministrazioni e/o privati.

Il termine previsto per allinearsi alla normativa di cui al Dl 76/2020 é fissato al prossimo 1 Ottobre.