Il 22 Novembre scorso la Corte Costituzionale ha preso una chiara posizione in merito al ricorso a suo tempo promosso dalla Regione Veneto che aveva sollevato questioni di legittimità costituzionale con riguardo al Decreto Legge 73.2017 (convertito con L. 119.2017) che prevede dieci vaccini obbligatori per i minori di anni 16.
La Consulta non ha condiviso le ragioni dell’Ente ricorrente affermando che le misure adottate dal legislatore nazionale (in tema di vaccinazioni obbligatorie) non sono irragionevoli. Le dette norme (a dire della Consulta) sarebbero vocate a tutelare la salute individuale nonché quella collettiva e sarebbero dunque fondate “sul dovere di solidarietà nel prevenire e limitare la diffusione di alcune malattie”
Peraltro, sottolinea sempre la Suprema Corte, la legge di conversione avrebbe ridotto le sanzioni amministrative e pecuniarie per i trasgressori “prevedendo che, in ogni caso, debbano essere precedute dall’incontro tra le famiglie e le autorità sanitarie allo scopo di favorire un’adesione consapevole e informata del programma vaccinale”.
La norma inoltre non comporta la esclusione dalla scuola dell’obbligo dei minori che saranno inseriti in classi in cui gli altri alunni sono vaccinati.
C’è comunque da credere che questa decisione (seppur importante) non riuscirà a metter fine alle polemiche che nei mesi scorsi hanno diviso l’opinione pubblica: i rappresentati no-vax hanno già manifestato dissenso invitando alla disobbedienza.
La questione pare ancora tutt’altro che archiviata.