Synopsis:

L’Europa è caduta in una spirale di eventi negativi che si “rinforzano” tra loro; il taglio del rating dei titoli di debito pubblico di Francia ed Austria, oltre a minare direttamente la funzionalità proprio di quello strumento, il Fondo Salva Stati (EFSF) che dovrebbe servire ad impedire il declassamento dei titoli sovrani ed a mantenere il costo del finanziamento pubblico “accessibile”, ha determinato una ancor più netta spaccatura nella geografia economica europea.

Il Fondo Salva Stati è garantito dalla solvibilità degli Stati che lo capitalizzano; se la prima diminuisce, come è successo, diminuirà conseguentemente anche la funzione di garanzia del Fondo con, altrettanto conseguente, aumento del costo del finanziamento sui mercati.

La Germania si trova oggi nella “invidiata” posizione di Stato senza rischio, praticamente l’ultimo dei veri “bonds”; questo non potrà far altro che far “arroccare” ancor di più la Germania sulle sue posizione di disciplina ed austerità permettendole di puntare il dito sul deficit altrui e di tracciare una comoda, quanto falsa equazione, tra problemi europei e “goliardia” mediterranea.

Il nord ed il sud Europa continueranno dunque a muoversi nella pericolosa finzione di poter vivere su due universi paralleli quando invece corrono su un unico binario.

La disciplina di spesa è la sola risposta che la Merkel riesce a dare come soluzione alla crisi, non considerando, per incapacità di analisi finanziaria, necessità politica contingente, che il vero fattore strutturale che inceppa l’economia dell’Unione è invece lo squilibrio del settore privato tra i vari Stati membri, per semplicità tra nord e sud.

Una “nuova” politica fiscale improntata ad una rigidità di bilancio rafforzata dal deterrente della sanzione “in automatico”, le iniezioni di liquidità di Super Mario Draghi, una maggiore capitalizzazione del Fondo Salva Stati sono solo delle distrazioni che non affrontano il fondamentale squilibrio macroeconomico che deve necessariamente passare per il mezzo di una autorità centrale capace di tassare ed allocare risorse a livello pan-europeo e, altrettanto inevitabilmente per la Merkel, attraverso la realizzazione di una Unione di “trasferimento” dove il surplus del nord “aiuta ed assiste” il sud.