La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo in data 2 febbraio 2016 ha emesso un’interessante sentenza relativa ai commenti offensivi pubblicati su internet: in caso di messaggi offensivi pubblicati su portali Internet, la responsabilità del gestore del portale vi sarebbe quando i commenti pubblicati contengano odio e minacce per l’integrità fisica delle persone, e i primi non riescano ad adottare misure per togliere tempestivamente  i messaggi illegali.

La pronuncia deriva dal ricorso presentato dall’organo ungherese per l’autoregolamentazione dei fornitori di contenuti internet “MTE” e della società Index proprietaria di portali in Ungheria.

Il predetto MTE pubblicava in data 5 gennaio 2010 dei commenti su siti di annunci immobiliari, i quali riguardavano una tassa suppletiva da pagarsi dopo trenta giorni dalla scadenza del periodo concordato per l’inserzione pubblicitaria. Conseguentemente, malcontenti della tassa, molti utenti pubblicavano sul portale contenuti offensivi.

Dunque la società che gestisce i siti web, cita in giudizio MTE ed Index perché corresponsabili nel aver recato danno alla reputazione della società predetta a causa dei suddetti messaggi diffamatori.

Il più alto organo di giustizia ungherese  accoglie il ricorso e condanna MTE ed Index al pagamento con obbligo della rimozione dei commenti.

Le due società condannate ricorrono alla Corte Europea invocando la libertà di espressione di cui all’art. 10 della Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.

La Corte riconosce l’effettiva violazione dell’art. 10 : ribadisce la Corte che nel caso di specie il diritto fondamentale leso non sarebbe la libertà di espressione in quanto tale, ma nello specifico la libertà di stampa, infatti dichiarare responsabile l’operatore del portale limiterebbe indubbiamente la libertà di stampa intesa come diritto di comunicazione su internet.

Infatti se la responsabilità per la pubblicazione di commenti è basata sul fatto stesso della pubblicazione, non sarebbe giustificato distinguere tra commenti moderati o meno per quanto concerne la proporzionalità della limitazione del diritto.

Infatti i portali internet, sebbene non editori in senso stretto devono assumere responsabilità, però proprio per la particolarità di internet i compiti e le responsabilità sono diversi da quelli che deve assumere l’editore tradizionale soprattutto per quanto concerne il contenuto dei commenti di terze persone.

Secondo la Corte, diversamente dai magistrati nazionali, i commenti incriminati non sarebbero poi da considerarsi illegali, infatti bisogna differenziare tra gli interessi commerciali di reputazione di una società e la reputazione di un individuo, e solo quest’ultimo interesse va più strettamente tutelato perché ha ripercussioni sulla dignità dell’individuo.

Pertanto la Corte asserisce che per valutare la responsabilità di un portale internet, in caso di diffamazione tramite commenti, bisogna valutare più cose come il contesto dei commenti, le misure applicate dalla società per rimuovere i commenti diffamatori, la responsabilità degli autori materiali del commento….

Nel caso all’attenzione, i ricorrenti avevano adottato misure generali per evitare commenti diffamatori sul portale e per rimuoverli, entrambi avevano posto termini e condizioni prevedendo che gli scrittori dei commenti se ne assumessero piena e diretta responsabilità.

La Corte osserva che la società che assumeva danneggiata non aveva mai chiesto alle ricorrenti di rimuovere i commenti ma si è subito rivolta alla giustizia interna che li avrebbe ritenuti responsabili per responsabilità oggettiva solo per aver fornito lo spazio.

Dunque il tribunale ungherese avrebbe errato non facendo un sufficiente bilanciamento dei diritti.

Secondo la Corte europea il sistema di segnalazione e rimozione dei forum, se accompagnate a procedure rapide di risposta, sarebbero sufficienti  per bilanciare gli interessi in gioco di tutti, dunque, nel caso di specie, tale sistema avrebbe potuto fornire un’adeguata protezione.

Pertanto solo ove i commenti abbiano contenuti di odio o di minacce dirette per l’integrità fisica delle persone, gli interessi delle società potrebbero essere compressi e comportare responsabilità dei portali di notizie su internet qualora i gestori non adottassero misure sufficienti per rimuovere subito e senza preavviso i commenti illegali.