Nell’era della pandemia, anche la tematica delle vaccinazioni è entrata a far parte della già lunga (e triste) lista delle liti famigliari. Basti ricordare il caso di un 17 enne fiorentino che si è rivolto alla sua scuola poiché determinato a sottoporsi a vaccinazione anti covid segnalando, tuttavia, il totale disaccordo dei di lui genitori sul punto. Non potendo però il minore conferire mandato al legale, sarà l’istituto scolastico ad interessare i servizi sociali al fine di avviare un procedimento dinnanzi al Tribunale competente. La procedura potrebbe essere avviata anche per il tramite del Garante dell’infanzia e dell’adolescenza; in alternativa, il minore potrebbe rivolgersi all’ufficio interventi civili della procura minorile che può redigere un verbale di ascolto nel quale vengono annotate le volontà del minore; ciò consentirebbe poi la apertura di un procedimento presso il Tribunale dei minori. Questo provvederà alla nomina di un curatore speciale che potrà poi sostenere le istanze del minore contro i di lui genitori.

A tal proposito, merita di essere segnalato un provvedimento del Tribunale di Trento (decreto 20 Luglio 2020) che è intervenuto proprio in tema di vaccinazione di un minore. I genitori erano in disaccordo sulle tempistiche della somministrazione del vaccino: il padre era favorevole a procedere al più presto possibile mentre la madre riteneva opportuno attendere il mese di Settembre al fine di scongiurare che eventuali effetti collaterali del vaccino si manifestassero nei giorni più caldi della estate.

Il Tribunale ha tuttavia dato ragione al padre rilevando come la omessa vaccinazione (al di la di aumentare il rischio di contrarre la malattia) si ripercuote negativamente sul percorso sociale-educativo del minore limitando la possibilità di accesso alle strutture formative. Il Tribunale ha così adottato un provvedimento a tutela del minore consentendo al padre di procedere alla vaccinazione pur senza il consenso della madre.