Il Tribunale di Brescia conferma un orientamento giurisprudenziale (oramai consolidato) in favore del diritto alla procreazione cosciente e responsabile riconosciuto dalla Costituzione.

Il caso affrontato dal Tribunale di Brescia riguarda l’errore da parte dei sanitari ospedalieri colpevoli di aver fatto fallire un intervento di sterilizzazione. Protagonista della vicenda è stata una coppia di genitori (di 50 e 48 anni) i quali, dopo la nascita di tre figli, avevano deciso di ricorrere ad un intervento di sterilizzazione che veniva affidato ai medici della Azienda Ospedaliera Spedali Civili di Brescia. Tuttavia, a distanza di quasi due anni dallo intervento, è nata la quarta figlia.

A seguito del mal eseguito intervento di sterilizzazione il Tribunale di Brescia ha condannato l’Ospedale a contribuire al mantenimento della bambina fino al compimento del 25esimo anno di età: trecento euro mensili per un totale di 90 mila euro.
La decisione del Tribunale Bresciano trova riscontri anche in pronunce della Cassazione (Sent. 24109.2013) e di altri Giudici di merito: Tribunale Milano (n. 4354.2014), Tribunale di Roma (ord. 2 Ottobre 2017), Tribunale Reggio Emilia (n. 13702.2015).

In quest’ultimo caso il Tribunale respinse anche la tesi della Asl secondo la quale la donna avrebbe potuto scongiurare l’evento della nascita in quanto ancora in tempo per interrompere la gravidanza. Secondo il Tribunale Reggiano, dunque, l’aborto non può mai essere ritenuto un rimedio all’errore dei sanitari che hanno mal eseguito l’intervento di sterilizzazione.