La Corte di Cassazione (ordinanza 17332 del 03 Luglio 2018) torna su una annosa questione riguardante le abitazioni che i genitori concedono in comodato ai loro figli quando “mettono su famiglia” ed in attesa di trovare una miglior sistemazione.

Secondo gli Ermellini (questo in sintesi il principio) un atto di generosità fatto nei riguardi dei figli sposati, in attesa che trovino appunto una sistemazione migliore, non è per sempre e non può trasformarsi in una sorta di parassitismo ai danni del padre e della madre oramai anziani.

Nel caso che ha condotto alla pronuncia in questione, i genitori che avevano agito in giudizio per ottenere la restituzione del loro appartamento (affrontando le resistenze della nuora), erano risultati soccombenti in entrambi i gradi del merito per non aver dimostrato lo stato di bisogno che avrebbe giustificato (in assenza della prova del carattere precario del comodato) la restituzione dell’appartamento. Secondo i giudici di merito infatti le patologie legate alla età non potevano essere ritenute un evento urgente e non richiedevano nemmeno un esborso di denaro particolarmente esoso.

La Cassazione ribalta tutto superando peraltro il concetto di bisogno grave ed imprevisto come unica ipotesi di risoluzione del comodato ritenendo di dover effettuare anche un bilanciamento tra le esigenze dei figli e quelle dei genitori.

A distanza di tempo infatti la situazione di debolezza può invertirsi come avvenuto nel caso esaminato dalla Corte: i comodatari avevano oramai figli grandi (uno di essi già maggiorenne) mentre i loro genitori erano invecchiati e con problemi di salute.

Secondo la Corte poi i giudici di merito avevano gestito in maniera approssimativa la questione relativa all’onere della prova: erano i comodatari a dover dimostrare che il contratto era stato concluso per esigenze della famiglia e della prole e che queste ancora persistevano. Inoltre non deve nemmeno essere trascurata, sempre secondo gli ermellini, la questione che vede i figli obbligati (codice civile alla mano) ad assistere gli anziani genitori che dunque non possono avere il dovere perpetuo di mantenere e prendersi cura delle giovani generazioni posto che arriva il momento in cui le posizioni si invertono.