Il downgrade  di Moodys che fa passare il Meccanismo di Stabilità Europea (EFSM) da “stabile” a “negativo” è la diretta, inevitabile e nota, conseguenza del downgrade operato nei confronti per tre dei paesi creditori di quello strumento di “stabilizzazione” (sic!).

La moneta unica non è certo stata scossa dalla mossa dell’Agenzia di Rating. La verità, arcinota sui mercati e che scappa ancora solo ai politici, è che in Europa non vi è nessuna nazione o nessun istituto, con pretese di stabilizzazione, più o meno ampie, che si meriti la tripla A.

Proprio questo spiega, o meglio rende evidente, perché i rendimenti dei titoli di debito pubblico di Germania e Lussemburgo sono rimasti pressoché invariati: se non si trova il Santo Graal della Tripla A si corre in massa su quello che più gli si avvicina; nulla di più.

Al momento il rischio vero per L’unione è che continui e si consolidi quell’inizio di scostamento tra il debito pubblico francese e belga, da un lato, e quello tedesco dall’altro.

I bassi volumi di trading di Agosto potranno essere un “amplificatore” dei divari di rendimento, soprattutto per Spagna ed Italia,  ed un accelleratore di contagio.

Ma anche questo è noto.