Durante il Terzo Reich, con l’intento di promuovere il plagio dell’ideologia nazionalsocialista in Germania, venne istituito il Reichsministerium fur Volksaufklarung und Propaganda, più conosciuto come il Ministero della Propaganda affidato a Joseph Goebbels incaricato di controllare la cultura nazionale e tutte le sue possibili manifestazioni ed espressioni. Per quanto ancora oggi guardiamo a questa istituzione del Governo di Hitler prendendone le dovute distanze, è doveroso ricordare che quel ministero venne istituito a fronte di un governo democraticamente eletto dalla Germania di allora in cui il programma di governo era stato ben delineato, spiegato e illustrato (a parte ovviamente la Soluzione Finale). Chi avesse all’epoca votato per il Partito Nazionalsocialista aveva ben presente che cosa avrebbe fatto il nuovo governo per la Germania almeno nei primi anni di vita. Sappiamo poi come il tutto è degenerato negli anni successivi e a che conseguenze ci ha condotti. Ora spostiamoci ai tempi nostri, in particolar modo in Italia e facciamo una riflessione: chi sta guidando il Paese non è stato eletto da nessuno, non fa nemmeno parte del Parlamento come deputato o senatore. Soprattutto quanto sta realizzando a fronte di una propaganda buonista di cui in precedenza nessuno è mai stato notiziato. Prima di lui, ci aveva già provato anche il suo predecessore, ma almeno aveva avuto il tatto diplomatico di iniziare con un piccolo passo di rottura con il passato, seppure molto contestato (leggasi Kyenge con Letta).

In buona sostanza oggi l’intero Paese deve accettare sommessamente la propaganda buonista di una parte politica che si erige a detentrice della verità assoluta quasi il suo leader fosse un nuovo fuhrer il cui credo non viene più prima conosciuto e successivamente abbracciato o respinto, quanto tuttavia solamente imposto al pari di un dogma. Così è perchè qualcuno ha deciso che si deve fare in tal senso. La propaganda propone in prima serata sulla prima rete nazionale una penosa fiction dal nome che è tutto un programma Anna e Yussef per spingerci ad abbracciare ancora più fermamente il loro punto di vista imposto dall’alto. Vi dovete integrare, siete obbligati a farlo, questo è stato deciso da qualcuno nel vostro interesse, pertanto tutti coloro che la pensano diversamente rappresentano il male della nazione o una minaccia per l’umanità essendo in contrasto con gli ideali cristiani su cui questo Paese si fonda. Pensateci un momento: vi è mai stato un partito politico il cui programma di governo prevedeva le frontiere aperte a tempo indeterminato, l’assenza di controlli e limitazioni sui flussi di immigrazione o le sovvenzioni economiche quotidiane per i diversamente italiani. Nessuno si è mai sognato di mettere sulla propria agenda niente di tutto questo. Casomai l’esatto contrario. Una scelta di governance di questa portata epocale è stata implementata a fronte di nessuna espressione di consenso popolare e né tanto meno legittimazione. Semplicemente chi governa il Paese ha decretato o meglio dire imposto a tutti che così si deve fare e così si farà.

Siete mai stati chiamati a votare per esprimere il vostro parere sulla questione ? Vi è mai stata una consultazione popolare del tipo: vuoi integrarti con culture diverse da quella tua oppure vuoi che lasciamo aperte le frontiere senza alcun tipo di controllo in modo che possa entrare chiunque lo desideri ? Niente di tutto questo vi è mai stato chiesto. Se ci fossero le elezioni politiche nei prossimi due mesi il primo partito diventa la Lega Nord, ne ho la assoluta convinzione. Mi bastano le impressioni e la frustrazione che hanno centinaia e centinaia di persone (operai, pensionati, imprenditori, autonomi) che sino a qualche anno fa erano tutto sommato moderati e ben disposti a supportare l’immigrazione, ma ora stanno montando un desiderio di vendetta, la rabbia hanno visto che non porta da nessuna parte. Non è casuale che chi governa adesso proponga l’azzeramento delle imposte sulla prima casa, deve infatti cercare di preservare quel consenso vitale per il suo piano di azione. Mi auguro che questa volta si riduca sensibilmente la parte di italiani che si faranno comprare con il denaro, ricordando le conseguenze che scaturirono dai famosi 80 euro in busta paga. All’estero conoscono più Salvini che Renzi, e proprio sul primo ripongono maggiori speranze ed aspettative. Quando sento un ex-attivista del PD che mi dice che preferiva il tempo in cui c’era Berlusconi, forse significa che vi è speranza in un cambio di rotta. Si continua ad invocare Shengen a giustificazione di quanto sta accadendo, tuttavia si dimentica che Shengen ha lo scopo di consentire la libertà di circolazione di capitali e persone a fini lavorativi da un paese all’altro (mi sposto perchè in Francia ho ricevuto una migliore offerta di lavoro) e non per sfruttare o beneficiare del welfare di un altro stato (mi sposto per sfruttare l’altrui assistenza sanitaria).

Proprio come è stato subdolamente acquisito il consenso, mediante una retorica perniciosa ed una propaganda fuorviante facendo leva sul vil denaro (pensiamo agli 80 euro ed al voto durante le elezioni europee di Maggio 2014) sarà tuttavia proprio quest’ultimo che consentirà di pareggiare i conti. Denaro ed ancora denaro. Quando la gran parte degli italiani si renderà conto di quanto diminuiranno il valore delle proprietà immobiliari in cui hanno investito o in cui vivono a causa degli effetti deleteri di una immigrazione clandestina e selvaggia, che impatterà sul patrimonio di immobili residenziali soprattutto delle aree urbane popolari, allora vedrete quanto diventeremo cattivi. Ne avete avuto un primo assaggio qualche mese fa con episodi di tensione e scontro sociale (mai visti prima) proprio dalle mie parti. Non si tratta più di andarsene via dall’Italia per l’oppressione fiscale o per la geronto-burocrazia omnipresente, quanto piuttosto per allontanarsi e lasciarsi alle spalle il disagio ed il contrasto sociale che si percepirà in misura insopportabile nei prossimi anni. Alcuni colleghi statunitensi mi hanno chiesto se abbiamo perso come italiani completamente il buon senso o la ragione: negli USA non sono riusciti ad integrarsi in cinque secoli mentre noi dovremmo avere la presunzione secondo chi ci governa di farcela in cinque anni. Quello che aspetta gli italiani che rimarranno nella loro terra nativa rappresenterà un incubo o il peggio dei due mondi (stagnazione economica e intolleranza sociale in progressiva ascesa). Sono pronto a scommettere che tra 25 anni in Italia chi oggi ha figli, invidierà chi non li ha avuti o ha scelto di non averli.

Fonte: www.eugeniobnetazzo.com